Per me, come padre, l’orrore nella storia di Longo nasce dall’idea che un uomo possa uccidere – “annientare” è il termine che gli psicologi usano per questo crimine – la cosa migliore che un uomo possa mai creare, una famiglia e dei figli. L’interesse di Finkel, tuttavia, nasce perché Longo è un bugiardo; sia il film che il libro sono inquadrati come parabole sulla verità e la menzogna. Finkel è stato uno scrittore di successo per il New York Times, fino a quando non è stato sorpreso a falsificare un’intervista per una storia di copertina sulla schiavitù infantile in Africa. Subito dopo il suo licenziamento, gli agenti dell’FBI e la polizia messicana arrestarono Longo nello Yucatan. Era fuggito lì dopo aver ucciso la sua famiglia. Aveva detto alla gente, compresa la sua nuova fidanzata tedesca, di essere “Mike Finkel” del New York Times.

Finkel iniziò a visitare Longo in prigione. Nel film, Longo sostiene la sua innocenza durante il periodo che precede il processo, per poi dichiararsi “colpevole” di due degli omicidi e incolpare la moglie morta degli altri due. Finkel è devastato nell’apprendere che Longo è colpevole e che ha mentito. (Nel libro, d’altra parte, Finkel scrive di non aver mai dubitato della colpevolezza di Longo, anche se mentre corteggiava Longo per il suo progetto, ha ripetutamente detto a Longo che lo considerava “un uomo innocente”)

Nessuno nel Pacific Northwest aveva mai dubitato della colpevolezza di Longo. Il giorno della scomparsa della famiglia, Longo aveva partecipato a una festa di Natale; aveva regalato a una collega una bottiglia di profumo di MaryJane come regalo di Natale; aveva noleggiato un film da Blockbuster; aveva fatto un turno da Starbucks; e aveva giocato qualche partita di pallavolo.

Poi aveva rubato una macchina, guidato fino a San Francisco, e usato un numero di carta di credito rubato per comprare un biglietto per il Messico. “Li ho mandati in un posto migliore”, disse agli agenti dell’FBI che lo riportarono a casa dal Messico. Ma si rifiutò di dire le parole “le ho uccise”, e i suoi avvocati si prepararono a una dichiarazione di non colpevolezza e a un processo capitale per quattro accuse di omicidio di primo grado.

All’inizio del 2003, Longo si dichiarò colpevole per gli omicidi di MaryJane e Madison, ma “non colpevole” per le morti di Zachery e Sadie. Al processo, testimoniò che MaryJane, in un impeto di rabbia per l’inettitudine del marito, aveva per qualche motivo affogato Zachery e Sadie e tentato di strangolare Madison; Longo disse che poi tornò a casa, strangolò MaryJane per la rabbia, e poi uccise Madison per porre fine alle sue sofferenze.

Pietà per gli avvocati: E’ difficile difendere un cliente che nega di aver ucciso quattro membri della sua famiglia sostenendo di averne uccisi solo due – ed è ancora più difficile suscitare simpatia per un uomo che ammette di aver strangolato sua moglie e poi la incolpa di aver ucciso due dei suoi stessi figli.

Pochi mesi prima del suo processo, Longo ha usato una consegna illecita di lettere nella biblioteca giuridica del carcere per inviare una lettera d’amore di 15 pagine ad un’attraente compagna detenuta di nome Jennifer Muscutt. La sua lettera iniziava: “Cara Senorita Cotton Candy” e proseguiva da lì. Muscutt, come dicono gli avvocati, gli fece una soffiata e si beccò una passeggiata con l’accusa di reato di droga. Il procuratore ha usato la lettera per ottenere un mandato di perquisizione per la cella di Longo, e le guardie hanno sequestrato un file di documenti scritti a mano. L’avvocato di Longo sostenne che il file conteneva materiale per il processo, ma il giudice li dichiarò ammissibili. Le notizie dell’epoca dicevano che contenevano dettagli degli omicidi di MaryJane e Madison. Se fosse stato vero, questo avrebbe messo fine a qualsiasi possibilità che Longo potesse dichiararsi innocente di tutti e quattro gli omicidi. La lettera di Cotton Candy fu ammessa dopo il verdetto di colpevolezza, mentre la giuria rifletteva sulla pena di morte. Sospetto che Mahatma Gandhi, se avesse mostrato la lettera, avrebbe votato per l’ago.

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