L’appena uscito Italo Calvino: Letters, che copre oltre 40 anni della vita dell’acclamato scrittore, sono stati selezionati da MIchael Wood, professore di inglese e letteratura comparata a Princeton. Wood seleziona il suo preferito tra i libri di Calvino per Tip Sheet.

Italo Calvino è stato uno scrittore che è rimasto fedele a se stesso cercando senza sosta il cambiamento. Fantasy, fantascienza, favole, saggi, antologie, autobiografia, novelle, romanzi: la stessa arguzia e giocosità erano sempre lì, così come un certo tipo speciale di serietà. La questione interessante, per tutto il tempo, era dove ci fosse.

La prima opera pubblicata da Calvino fu Il sentiero per il nido dei ragni, un romanzo in modo più o meno realistico (anche neorealistico, come nel cinema italiano) sulla resistenza italiana all’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale. Dopo un prolungato tentativo di un secondo romanzo del genere, non ha più lavorato in questa tradizione. Ma non ha abbandonato la realtà, solo l’ambizione di rappresentarla direttamente. Fece una sottile e utile distinzione quando protestò contro la traduzione del titolo della sua novella Il cavaliere inesistente come Il cavaliere irreale. “Non dico mai che il cavaliere è irreale”, osservò Calvino. “Dico che non esiste. Questo è molto diverso”. Anche ciò che immaginiamo è reale, e può essere una delle nostre migliori strade per comprendere il presunto solido mondo storico.

Un’altra bella frase di una lettera. Calvino diceva che come scrittore mirava a “una mimesi clownesca della realtà”. Una rappresentazione della vita con molti trucchi e buffonate, piena di risate e dolori, ma non immediatamente, realisticamente plausibile. Ma comunque una versione della realtà. Chi ha mai pensato che i clown non siano reali?

Ecco brevi evocazioni di 10 opere di Calvino. Non le ho classificate, perché sono così diverse l’una dall’altra – ma sarebbe un bel gioco nello spirito di Calvino provare classifiche diverse e decifrare le nostre ragioni per esse.

Se in una notte d’inverno un viaggiatore – Questo è un romanzo che pretende di essere un romanzo che non riesce a cominciare. Attraverso vari contrattempi editoriali e di altra natura, ogni capitolo risulta essere non una continuazione dell’opera che dovremmo leggere ma il primo capitolo di un’altra. Ci sono meravigliose parodie di Borges, dei thriller francesi, della narrativa erotica giapponese, delle allegorie politiche, del realismo magico latinoamericano. E alla fine le storie disparate si sommano in un ironico ma tenero lieto fine. I due lettori che abbiamo continuato a incontrare riescono a mettersi insieme e a restare insieme.

Le città invisibili – In questa straordinaria miscela di fantasia, favola e storia Calvino ripercorre le conversazioni di Marco Polo con il Gran Khan. Ogni conversazione è effettivamente un luogo, una città inventata e magica che Polo “racconta” al Khan come se fosse una storia. Ogni città offre immagini di grande bellezza e smarrimento, e il tono dell’opera si oscura delicatamente man mano che procede verso le sue ultime, ambigue visioni dell’inferno.

Sei memo per il prossimo millennio – Questi memo rappresentano le conferenze che Calvino avrebbe dovuto tenere ad Harvard nel 1983. Ne aveva scritte cinque al momento della sua morte, così che in inglese il titolo stesso rappresenta un desiderio e un rimpianto – il libro italiano si chiama Lezioni americane. Ogni lezione evoca una virtù che Calvino vorrebbe che l’umanità portasse con sé, se possibile, nel prossimo millennio. Le virtù sono: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità.

La strada per San Giovanni – Questo è un saggio autobiografico sull’infanzia di Calvino a San Remo – lunghe passeggiate in montagna, molti film, tempo sulla spiaggia. La sua storia d’amore con Ginger Rogers, dice, è stata “stellare fin dall’inizio, anche nei miei sogni ad occhi aperti, perché non sapevo ballare”

Il signor Palomar – Il signor Palomar è un solitario pensatore moderno, un ritratto dell’artista come uomo con il tempo a disposizione. Guarda il cielo, il suo prato, il mare, storni, tartarughe, tetti romani, una ragazza, giraffe e molto altro. Vuole solo osservare, imparare una modesta lezione dalle creature e dalle cose. Ma non può. C’è troppo da vedere in loro. Eppure, continua a guardare, un modello per tutti quelli di noi che vorrebbero capire di più (di qualsiasi cosa) di quello che fanno.

Il castello dei destini incrociati – In questa coppia di lunghi racconti, gruppi di viaggiatori sono bloccati (in un castello, in una locanda) e misteriosamente incapaci di parlare. Sono disperati per raccontare le loro storie, però (hanno tutti delle storie), e riescono a farlo disponendo le carte da gioco su un tavolo in un certo ordine. Nascono molte avventure, tra cui alcune vecchie e famose, quelle di Faust e di Edipo, per esempio. C’è persino una figura tremolante che assomiglia a Sigmund Freud.

Il visconte dimezzato – La prima delle tre novelle poi raccolte sotto il titolo I nostri antenati. Colpito da una palla di cannone in un’antica guerra contro i Turchi, il visconte titolare sopravvive per diventare due persone, il buono e il cattivo. Essendo le cose come sono, però, nella fantasia e nei fatti, nessuna di queste figure va molto d’accordo con i suoi compatrioti, e solo la fine della divisione può portare la storia ad un lieto fine.

Cosmicomics – Una raccolta di brillanti racconti che esplorano l’interesse di Calvino per la scienza e il destino della terra. Argomenti come l’evoluzione, la distanza della luna dalla terra, la vita da mollusco, gli ultimi dinosauri, i messaggi dallo spazio ricevono tutti un trattamento ironico e fantasioso. Come dice Calvino in una lettera, scherzando e dicendo la verità come al solito, “L’uomo è semplicemente la migliore possibilità che conosciamo che la materia ha avuto di fornirsi informazioni su se stessa.”

Numeri nel buio – Questa è una raccolta postuma di storie, tra cui il favoloso resoconto di uno stand-off tra la nave di Francis Drake e un galeone spagnolo. Sono troppo distanti per spararsi a vicenda, e non c’è vento, quindi non possono muoversi. Molti commentatori hanno visto in questo racconto un’allegoria della politica italiana e della guerra fredda, ma il narratore Paperino (che ha navigato con Drake) non sta regalando nulla.

Eremita a Parigi – Saggi autobiografici, che mettono in stretto contatto politica, scrittura e lettura. Il mondo esterno era “pieno di segni”, dice Calvino, ma ora gli piace scrivere in una stanza piena di libri, “non tanto per i libri in sé, quanto per lo spazio interno che formano”. È sorprendente quanti dei vecchi segni dell’esterno vivano in quello spazio.

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