Ti disancorerai. Ho adottato Emily poco dopo essere diventato uno scrittore freelance, e ho scritto tre libri con lei al mio fianco. Era il metronomo della mia vita. Quando se n’è andata, ho fluttuato in uno spazio che lei non occupava più, ma che era infestato da ogni piccolo pelo bianco trovato sulle mie coperte, sul pavimento, nelle mie scarpe. Una volta, nella prima settimana dopo la sua morte, sono salito dal seminterrato e ho guardato il punto in cui di solito mi aspettava. La chiamai con la sciocca idea che sarebbe apparsa in cima alle scale. Ma naturalmente, no: solo un altro martello pneumatico che mi ricordava che se n’era davvero andata.
Il dolore è estenuante. Lo scorso autunno ho corso due maratone e un’ultramaratona. Dopo la morte di Emily, non riuscivo a trascinarmi per tre miglia, per non parlare di trovare l’energia per alzarmi dal letto, mettermi dei vestiti che non fossero il mio pigiama e fare la doccia a intervalli regolari. Ho rimandato gli incarichi perché l’idea di mettere le dita sulla tastiera era inconcepibile quando Emily non stava dormendo sul suo letto nell’angolo del mio ufficio. Erano giorni miserabili, macchiati dal dolore, circondati da un silenzio assordante.
Sono tornato in terapia dopo la sua morte e mi hanno detto che ero depresso, il che non era sorprendente, visto che avevo cominciato a infilarmi a letto alle 20:30 e ad alzarmi solo dopo mezza giornata. Perdere un compagno e la tua routine tutto in una volta, soprattutto se sei single come me, può gettare chiunque in un colpo solo.
Andrà meglio. Non vorrai sentirlo, o crederci, perché il dolore è così soffocante. Si attenua, però, quasi senza che ve ne accorgiate.
Ma ancora, si schiaffeggia. Questo può accadere in momenti prevedibili, come quando si decide di vendere la sua cassa, e a volte no. Poco dopo la morte di Emily, ho preso un aereo e sono andato in Florida per cuocere il dolore con sessioni di tutto il giorno a bordo piscina punteggiate da drink di mezzogiorno. Ha funzionato, in qualche modo, ma la mia ultima notte lì, la mia faccia si è spaccata al negozio World of Disney quando ho visto una tazza con il personaggio Stitch che diceva “coraggioso” su un lato e “leale” sull’altro. Solo la cassiera ha notato che ho pagato con lacrime e moccio che mi scorrevano sulla faccia. Sono poi corsa fuori dal negozio a fissare un lago.