Altre informazioni: Timeline of British diplomatic history § 1700-1789
Charles Viscount Townshend, studio di Kneller. Galleria Nazionale dei Ritratti NPG 1363. Probabilmente dipinto subito dopo l’ingresso di Townshend alla Camera dei Lord nel 1697, ma non indossa la sua veste ufficiale. Questo è tipico dei ritratti del Kit-Cat Club, che enfatizzano la somiglianza e l’unità dei membri piuttosto che le loro diverse posizioni sociali

Dopo il suo richiamo in Inghilterra, fu impegnato ad attaccare le procedure del nuovo ministero Tory. Townshend conquistò rapidamente il favore di Giorgio I, e nel settembre 1714, il nuovo re lo scelse come Segretario di Stato per il Dipartimento del Nord. La politica di Townshend e dei suoi colleghi, dopo aver schiacciato la rivolta giacobita del 1715, sia in patria che all’estero, fu di pace. Il segretario non gradiva l’interferenza della Gran Bretagna nella guerra tra Svezia e Danimarca, e promosse la conclusione di alleanze difensive tra la Gran Bretagna e l’imperatore e la Gran Bretagna e la Francia.

Nonostante questi successi l’influenza dei Whigs fu gradualmente minata dagli intrighi di Charles Spencer, III conte di Sunderland, e dal malcontento dei favoriti Hanoverian. Nell’ottobre 1716, il collega di Townshend, James Stanhope, in seguito 1° conte Stanhope, accompagnò il re nella sua visita ad Hannover, e mentre era lì fu sedotto da Sunderland dalla sua fedeltà ai suoi colleghi ministri, essendo George indotto a credere che Townshend e suo cognato, Sir Robert Walpole, stessero cablando con il principe del Galles, essendo la loro intenzione che il principe dovesse soppiantare suo padre sul trono. Di conseguenza, nel dicembre 1716 il segretario fu licenziato e fu nominato Lord Luogotenente d’Irlanda, ma mantenne questo incarico solo fino all’aprile successivo. Quando fu licenziato per aver votato contro il governo, fu raggiunto da suo cognato Robert Walpole e da altri alleati Whig. Questo iniziò la Whig Split che avrebbe diviso il partito dominante fino al 1720, con i Whigs all’opposizione che si unirono ai Tories per sconfiggere il governo di Stanhope su diverse questioni tra cui il Peerage Bill del 1719.

All’inizio del 1720 avvenne una parziale riconciliazione tra i partiti di Stanhope e Townshend, e nel giugno di quest’anno quest’ultimo divenne Lord Presidente del Consiglio, carica che mantenne fino al febbraio 1721, quando, dopo la morte di Stanhope e il forzato ritiro di Sunderland, conseguenza della Bolla dei Mari del Sud, fu nuovamente nominato segretario di stato per il dipartimento del Nord, con Walpole come Primo Lord del Tesoro e Cancelliere dello Scacchiere. I due rimasero al potere durante il resto del regno di Giorgio I. I principali eventi interni del tempo furono l’impeachment del vescovo Atterbury, il perdono e la parziale restaurazione di Lord Bolingbroke, e i problemi in Irlanda causati dal brevetto che permetteva a Wood di coniare mezzi penny.

Townshend si assicurò il licenziamento del suo rivale, Lord Carteret, in seguito conte Granville, ma ben presto sorsero delle divergenze tra lui e Walpole, ed egli ebbe qualche difficoltà a governare la rotta nel mare agitato della politica europea. Nonostante la sua antipatia, Giorgio II lo mantenne in carica, ma il predominio nel ministero passò gradualmente ma inesorabilmente da lui a Walpole. Townshend non poteva tollerare questo. Finché, per usare l’arguta osservazione di Walpole, l’azienda era composta da Townshend e Walpole tutto andava bene, ma quando le posizioni si invertirono sorsero gelosie tra i soci. Gravi divergenze di opinione sulla politica da adottare nei confronti dell’Austria e nella politica estera in generale portarono alla rottura finale nel 1730. Fallendo, a causa dell’interferenza di Walpole, nei suoi sforzi per procurare il licenziamento di un collega e la sua sostituzione con un amico personale, Townshend si ritirò il 15 maggio 1730. La sua partenza rimosse l’ultimo ostacolo alla conclusione di un’alleanza anglo-austriaca che sarebbe diventata il fulcro della politica estera britannica fino al 1756.

Secondo gli storici Linda Frey e Marsha Frey:

Townshend era indubbiamente capace, determinato e laborioso, ma nel raggiungere i suoi obiettivi appariva talvolta schietto, abrasivo, testardo, impaziente e prepotente. In contrasto con molti dei suoi contemporanei, la cui venalità era leggendaria, era scrupolosamente onesto. Era generoso sia con gli amici che con i nemici. Era anche un uomo appassionato che amava e odiava rapidamente e raramente cambiava idea una volta che un’opinione si era formata….Gli storici hanno spesso sottovalutato i risultati di Townshend in parte perché il suo rivale Walpole lo superò e lo superò.

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