Mosse di pace, marzo 1917-settembre 1918

Fino alla fine del 1916, la ricerca della pace era limitata a singoli e a piccoli gruppi. Nei mesi successivi cominciò ad acquisire un ampio sostegno popolare. La semi fame nelle città, gli ammutinamenti negli eserciti e le liste dei caduti che sembravano non avere fine fecero sì che sempre più persone mettessero in dubbio la necessità e la saggezza di continuare la guerra.

Francis Giuseppe, il venerabile vecchio imperatore d’Austria, morì il 21 novembre 1916. Il nuovo imperatore, Carlo I, e il suo ministro degli esteri, Graf Ottokar Czernin, iniziarono le mosse di pace nella primavera del 1917, ma sfortunatamente non concertarono i loro sforzi diplomatici, e i canali di negoziazione che avevano aperto tra l’Austria-Ungheria e gli Alleati si erano prosciugati in quell’estate.

In Germania, Matthias Erzberger, un membro cattolico romano del Reichstag, il 6 luglio 1917, aveva proposto di rinunciare alle annessioni territoriali per facilitare una pace negoziata. Durante i successivi dibattiti Bethmann Hollweg si dimise dalla carica di cancelliere e l’imperatore Guglielmo II nominò il successivo cancelliere, il candidato di Ludendorff Georg Michaelis, senza consultare il Reichstag. Il Reichstag, offeso, procedette ad approvare la sua Friedensresolution, o “risoluzione di pace”, del 19 luglio con 212 voti. La risoluzione di pace era una serie di frasi innocue che esprimevano il desiderio di pace della Germania, ma senza una chiara rinuncia alle annessioni o alle indennità. Gli alleati non ne presero quasi nessuna nota.

La proposta di Erzberger del 6 luglio era stata pensata per spianare la strada all’imminente nota di Papa Benedetto XV ai belligeranti di entrambi i campi. Datata 1 agosto 1917, questa nota raccomandava il ritiro tedesco dal Belgio e dalla Francia, il ritiro degli alleati dalle colonie tedesche e la restaurazione non solo della Serbia, del Montenegro e della Romania, ma anche della Polonia all’indipendenza. La Francia e la Gran Bretagna rifiutarono di dare una risposta esplicita in attesa che la Germania dichiarasse il suo atteggiamento riguardo al Belgio, sul quale la Germania evitò di impegnarsi.

Una mossa di pace non ufficiale fu fatta a Londra: il 29 novembre 1917, il Daily Telegraph pubblicò una lettera di Lord Lansdowne che proponeva negoziati sulla base dello status quo antebellum. Lloyd George respinse le tesi di Lansdowne il 14 dicembre.

Il presidente americano Woodrow Wilson si fece il principale formulatore e portavoce degli obiettivi di guerra degli alleati e degli Stati Uniti. I primi nove mesi del 1918 videro la famosa serie di dichiarazioni di Wilson sui suoi obiettivi di guerra: i Quattordici punti (8 gennaio), i “Quattro principi” (11 febbraio), i “Quattro fini” (4 luglio) e i “Cinque particolari” (27 settembre). I più importanti, anche a causa dell’illusorio affidamento della Germania su di essi nella sua eventuale causa di pace, erano i Quattordici Punti: (1) patti di pace aperti e la rinuncia alla diplomazia segreta, (2) libertà di navigazione in alto mare sia in tempo di guerra che di pace, (3) la massima libertà di commercio possibile, (4) una riduzione garantita degli armamenti, (5) un accordo coloniale imparziale che accomodasse non solo le potenze colonialiste ma anche i popoli delle colonie, (6) l’evacuazione di tutto il territorio russo e il rispetto del diritto di autodeterminazione della Russia, (7) la completa restaurazione del Belgio, (8) un completo ritiro tedesco dalla Francia e la soddisfazione della Francia sull’Alsazia-Lorena, (9) un riadattamento delle frontiere italiane su base etnica, (10) una prospettiva aperta di autonomia per i popoli dell’Austria-Ungheria, (11) la restaurazione di Romania, Serbia e Montenegro, con libero accesso al mare per la Serbia e garanzie internazionali di indipendenza e integrità degli stati balcanici, (12) la prospettiva di autonomia per i popoli non turchi dell’Impero Ottomano e l’apertura illimitata degli Stretti, ma sovranità sicura per i turchi nelle loro zone, (13) una Polonia indipendente con accesso al mare e sotto garanzia internazionale, e (14) “un’associazione generale di nazioni”, per garantire l’indipendenza e l’integrità di tutti gli stati, grandi e piccoli. I tre successivi gruppi di pronunciamenti consistevano principalmente in espansioni idealistiche di temi impliciti nei Quattordici Punti, con crescente enfasi sui desideri delle popolazioni soggette; ma il primo dei “Quattro fini” era che ogni potenza arbitraria capace da sola di disturbare la pace mondiale doveva essere resa innocua.

La campagna di pace di Wilson fu un fattore significativo nel crollo della volontà di combattere del popolo tedesco e nella decisione del governo tedesco di chiedere la pace nell’ottobre 1918. Infatti, i tedeschi condussero i loro colloqui di pace preliminari esclusivamente con Wilson. E l’armistizio, quando arrivò l’11 novembre 1918, era formalmente basato sui Quattordici Punti e su altri pronunciamenti wilsoniani, con due riserve da parte britannica e francese relative alla libertà dei mari e alle riparazioni.

Celebrazione della fine della prima guerra mondiale

Crowds on Wall Street celebrando la fine della prima guerra mondiale, New York City, 1918.

Library of Congress, Washington, D.C. (digital file no. 09634)

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