Da Ella Fitzgerald e Billie Holiday a Stan Getz e Roy Hargrove, le migliori canzoni d’amore jazz sono espressioni senza tempo dei sentimenti più profondi che gli esseri umani possano provare.

La musica popolare in tutte le sue forme è stata dominata da canzoni sull’amore e sui misteriosi affari del cuore umano, anche se si presentano in varie forme: alcune come dichiarazioni di affetto eterno, altre come riflessioni malinconiche di amore perso o non corrisposto. E ci sono anche quelle che sono accuse vendicative di un amore sbagliato, o racconti di un amore andato male. Il jazz ha avuto la sua giusta parte di tutto ciò, ma le migliori canzoni jazz sono spesso dolorosamente romantiche, con melodie che catturano l’essenza gioiosa di ciò che si prova ad amare ed essere amati.

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Con questo in mente, abbiamo deciso di corteggiarti con una sublime selezione di alcune delle migliori canzoni jazz ispirate alle frecce di Cupido.

Ascolta la playlist delle migliori canzoni d’amore jazz su Apple Music e Spotify, e scorri in basso per le nostre 10 migliori canzoni d’amore jazz.

Le migliori canzoni d’amore jazz: 10 brani essenziali

Ella Fitzgerald: Let’s Do It

“Gli uccelli lo fanno/le api lo fanno/anche le pulci istruite lo fanno/facciamolo/innamoriamoci”. Così cantava Ella Fitzgerald in questa, la sua sublime lettura di una canzone di Cole Porter piena di giochi di parole e arguti doppi sensi. Fu scritta nel lontano 1928 per un musical chiamato Paris, ed è stata coverizzata da una miriade di musicisti, da Bing Crosby e Dinah Washington ad Alanis Morrisette e Joan Jett con Paul Westerberg. Pochi l’hanno cantata meglio, però, della First Lady Of Song del jazz.

Billie Holiday: Love Is Here To Stay

Nessuna cantante poteva trasmettere emozioni con la stessa sincerità di Lady Day, che attingeva alla propria esperienza di affari di cuore per informare la sua interpretazione dolcemente oscillante di questa canzone di George e Ira Gershwin. Ben Webster può essere ascoltato al sax tenore in questa performance, che fu registrata nel 1957, solo due anni prima della morte prematura della Holiday all’età di 44 anni. Tony Bennett e Diana Krall hanno fatto rivivere la canzone nel loro album di duetti del 2018, Love Is Here To Stay, e altre versioni notevoli sono venute da Dinah Washington e Ella Fitzgerald.

Michael Brecker: The Nearness Of You

Da Cheltenham, Pennsylvania, questo maestro del sassofono tenore ha chiamato la voce distintiva del trovatore folk James Taylor per adornare la sua versione del 2001 di un brano di Hoagy Carmichael e Ned Washington che fu un primo successo di Glen Miller nel 1940. Ad accompagnare Brecker e Taylor ci sono i luminari del jazz Herbie Hancock, Charlie Haden e Pat Metheny.

Anita O’Day: Angel Eyes

Questa chanteuse di Kansas City era una cantante unica nel suo genere che poteva cantare le parole di uno scontrino di cassa e farle suonare supremamente soul. Qui, immersa in archi lussuosi e arpe vorticose, è in piena modalità torch song mentre descrive l’effetto ipnotico degli occhi di un ex-amante. Scritta da Matt Dennis e Earl Brent nel 1946, questa ballata luttuosa ha ispirato molti interpreti nel corso degli anni, inclusi Frank Sinatra e Sting.

Roy Hargrove: A Time For Love

La tromba brunita di Hargrove, con il suo fraseggio sfumato, è convincente ed espressiva come la voce umana in questa ballata notturna scritta da Johnny Mandel e Paul Francis Webster. Hargrove non ha bisogno di parole per trasmettere i sentimenti romantici della canzone, e la presenza di un lussuoso accompagnamento orchestrale aggiunge una luce più profonda alla sua performance.

Oscar Peterson: My One And Only Love

Duke Ellington ha salutato questo canadese nato in avorio come il “Maharajah della tastiera”, e la sua padronanza del piano è immediatamente evidente nella sua virtuosistica interpretazione del 1964 di una canzone popolare di Guy Wood e Robert Mellin. Molti cantanti – da Sinatra a Rod Stewart – hanno coperto il brano, ma Peterson dimostra che non è necessario essere un cantante per esprimere la vera essenza romantica della canzone.

Lester Young: I Can’t Give You Anything But Love

Peterson appare di nuovo (con il suo trio) accompagnando il leggendario sassofonista tenore Lester Young nella sua interpretazione, alitante ma allegra, di questa registrazione del 1952 della famosa canzone di Jimmy McHugh e Dorothy Fields che fu debuttata dalla cantante Adelaide Hall nel 1928.

Ben Webster: When I Fall In Love

Anche se aveva un tono grande, affannoso e maschile e poteva far grugnire e ringhiare il suo strumento, il sassofonista tenore di Kansas City Ben Webster si dimostrò un sensibile interprete di ballate lente. Questa è una canzone d’amore fortemente associata a Nat King Cole – che la registrò nel 1956 ed ebbe un numero 2 UK l’anno dopo – ma l’interpretazione di Webster, con un accompagnamento minimalista, è memorabile e mette in evidenza il suo approccio soul al jazz.

Blossom Dearie: You For Me

Pianista e cantante di New York la cui voce era distintamente vaporosa e delicata, Blossom Dearie (il suo vero nome) mostrò un lato seducente in questa vivace lettura di un brano scritto da Bob Haymes che usa una metafora di pesca per descrivere l’attrazione reciproca. Con Herb Ellis alla chitarra e Ray Brown al basso, è tratto dal suo LP di debutto del 1957 per la Verve Records.

Stan Getz e Gary Burton: Little Girl Blue (Quiet Now: Body And Soul)

Il sassofonista Getz e il vibrafonista Burton uniscono le forze nella loro pastosa versione in duo di una canzone di Rodgers e Hart che la cantante Nina Simone fece sua nel 1958. Niente nel jazz è così seducente come Getz che suona in modo tenero e romantico, tessendo frasi di seta che fanno cantare il cuore. Burton è l’accompagnatore perfetto, fornendo accordi morbidi e scintillanti sotto le effusioni ariose di Getz. L’amore non ha mai suonato così bene.

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