Come è morto l’apostolo Giovanni? Cosa possono dirci la Bibbia e la storia?

L’apostolo Giovanni

L’apostolo Giovanni è l’autore del mio vangelo preferito e cioè il Vangelo di San Giovanni Apostolo. Lui è l’unico apostolo che si dice che non morirà mai, ma questo è contrario all’insegnamento biblico, perché tutti devono morire e poi viene il giudizio (Eb 9,27). L’apostolo Giovanni fu l’autore del vangelo con il suo nome, nonché del 1°, 2° e 3° Giovanni e poi di quello che potrebbe essere stato il suo ultimo libro, il Libro dell’Apocalisse, che in realtà è l’Apocalisse di Gesù Cristo e non di Giovanni (Ap 1:1-2). Era il fratello di Giacomo, uno dei dodici discepoli che Gesù scelse. Nacque intorno al 6 d.C. e visse fino alla fine del secolo (100 d.C.). Giovanni non si riferiva mai a se stesso in prima persona, ma piuttosto era sempre “il discepolo che Gesù amava” (Giovanni 13:23; 21:7), penso che rifletta la sua umiltà. I padri della chiesa si riferivano a lui come il “Discepolo Amato” o Giovanni Evangelista o Giovanni di Patmos, più tardi nella vita. Una volta indicato come uno dei “Figli del Tuono” era ora il “Discepolo Amato” che Gesù amava.

La fine di Pietro profetizzata

La Bibbia non ci dice come morì l’apostolo Giovanni. Gesù profetizzò la fine di Pietro dicendo che col tempo “In verità, in verità ti dico che quando eri giovane ti vestivi da solo e camminavi dove volevi, ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi andare.” (Questo disse per mostrare con quale tipo di morte doveva glorificare Dio)” (Giovanni 21:18-19). Pietro indicò Giovanni e poi chiese a Gesù: “E quest’uomo?”. Gesù gli disse: “Se è mia volontà che egli rimanga finché io venga, che cos’è per te? Tu seguimi!” Così si diffuse tra i fratelli la voce che questo discepolo non doveva morire; ma Gesù non gli disse che non doveva morire, ma: “Se è mia volontà che egli rimanga finché io venga, che cosa ti importa” (Giovanni 21:21-23). Gesù non disse mai che Giovanni non sarebbe mai morto, ma solo “Se è mia volontà che egli rimanga fino alla mia venuta, che cosa vi importa”, quindi la voce che Giovanni non sarebbe morto fino al ritorno di Cristo fu iniziata e come la maggior parte delle voci, finì per essere falsa.

Come è morto Giovanni?

Per quanto riguarda l’apostolo Giovanni, abbiamo solo gli storici ecclesiastici e secolari per informarci, ma ci sono forti prove che si possono fare affidamento su queste fonti. Alla fine della vita dell’apostolo Giovanni, fu mandato sull’isola di Patmos come parte della sua prigionia, ma apparentemente, lì c’erano miniere da lavorare così l’apostolo Giovanni potrebbe aver dovuto ricorrere al lavoro degli schiavi per scontare parte della sua condanna per “sedizione” e “tradimento” contro Roma per aver adorato un altro re; il re Gesù. Alla fine potrebbe essere stato liberato quando divenne troppo vecchio per fare qualsiasi altro lavoro e così è tradizionalmente creduto che Giovanni visse fino ad una vecchiaia, morendo ad Efeso in qualche momento dopo il 98 d.C. e morì di morte naturale, per cause naturali. Il vescovo Papias di Hierapolis, del secondo secolo, affermò che Giovanni fu ucciso da un gruppo di uomini ebrei. Il fatto è che, come disse Gesù, Egli “non è il Dio dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono per lui” (Luca 20:38) quindi anche se Giovanni è morto, non se n’è andato… è solo sparito dalla terra in questo momento. Non importa tanto che sia morto o come sia morto, ma che sia vivo oggi con Cristo (2a Cor 5:8) ma perché sia morto.

Giovanni conforta la Chiesa

L’apostolo Giovanni voleva che la chiesa avesse la piena certezza della chiamata di Dio ed è per questo che scriveva spesso che “possiamo sapere che siamo in lui: chi dice di dimorare in lui deve camminare nello stesso modo in cui ha camminato lui” (1° Giovanni 2:6) “perché voi conoscete colui che è dal principio” (1° Giovanni 2:14) proprio come Giovanni lo conosceva come uno dei “discepoli, che Gesù amava” (Giovanni 13:23). Giovanni dà la sua ragione per scrivere dicendo: “Vi scrivo, non perché non conosciate la verità, ma perché la conoscete, e perché nessuna menzogna è dalla verità” (1° Giovanni 2:21). Anche nel suo vangelo, Giovanni rivela “Questo è il discepolo che rende testimonianza di queste cose che ha scritto queste cose, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera” (Giovanni 21:24).

Conclusione

Conoscere Cristo è più importante che dire di conoscere Cristo perché nel giorno del Suo ritorno, Egli dirà “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: ‘Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, cacciato demoni nel tuo nome e fatto molte opere potenti nel tuo nome'” (Matteo 7:21-22) ma era importante che conoscessero Gesù o che Lui li conoscesse? Egli risponde: “E allora dichiarerò loro: ‘Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, operatori di iniquità'” (Matteo 7:23). Non dirà “Ti ho visto alla scuola domenicale” o “Non ti ho conosciuto bene” o anche “Non ti ho conosciuto come avrei voluto” ma “Non ti ho mai conosciuto.”

Articolo di Jack Wellman

Jack Wellman è pastore della chiesa dei Fratelli Mulvane a Mulvane Kansas. Jack è anche il Senior Writer di What Christians Want To Know la cui missione è quella di equipaggiare, incoraggiare ed energizzare i cristiani e di rispondere alle domande sul cammino quotidiano del credente con Dio e la Bibbia. Puoi seguire Jack su Google Plus o controllare il suo libro Teaching Children the Gospel disponibile su Amazon.

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