Alessandro il Grande in battaglia sul suo cavallo, Bucephalas ©Alessandro III di Macedonia, meglio conosciuto come Alessandro il Grande, da solo cambiò la natura del mondo antico in poco più di un decennio.

Alessandro nacque a Pella, l’antica capitale della Macedonia, nel luglio del 356 a.C. I suoi genitori erano Filippo II di Macedonia e sua moglie Olimpiade. Alessandro fu educato dal filosofo Aristotele. Filippo fu assassinato nel 336 a.C. e Alessandro ereditò un regno potente ma instabile. Si occupò rapidamente dei suoi nemici in patria e riaffermò il potere macedone in Grecia. Poi partì alla conquista dell’enorme impero persiano.

Contro ogni aspettativa, condusse il suo esercito alla vittoria nei territori persiani dell’Asia Minore, della Siria e dell’Egitto senza subire alcuna sconfitta. La sua più grande vittoria fu nella battaglia di Gaugamela, nell’attuale Iraq settentrionale, nel 331 a.C. Il giovane re di Macedonia, capo dei greci, signore dell’Asia Minore e faraone d’Egitto divenne “grande re” di Persia all’età di 25 anni.

Negli otto anni successivi, in qualità di re, comandante, politico, studioso ed esploratore, Alessandro guidò il suo esercito per altre 11.000 miglia, fondando oltre 70 città e creando un impero che si estendeva su tre continenti e copriva circa due milioni di miglia quadrate. L’intera area dalla Grecia a ovest, a nord fino al Danubio, a sud fino all’Egitto e a est fino al Punjab indiano, era collegata insieme in una vasta rete internazionale di scambi e commercio. Tutto ciò era unito da una lingua e da una cultura greca comune, mentre il re stesso adottava costumi stranieri per governare i suoi milioni di sudditi etnicamente diversi.

Alessandro era riconosciuto come un genio militare che ha sempre dato l’esempio, anche se la sua convinzione della propria indistruttibilità lo rendeva spesso imprudente con la sua vita e quella dei suoi soldati. Il fatto che il suo esercito si rifiutò di seguirlo solo una volta in 13 anni di regno, durante i quali ci furono continui combattimenti, indica la lealtà che ispirò.

Muore di febbre a Babilonia nel giugno 323 a.C.

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