Il rapporto di rischio fornisce una buona misura dell’importanza relativa del fattore di rischio in relazione alla malattia, ma non dà informazioni sull’importanza complessiva del fattore di rischio. Per fare questo dobbiamo anche tener conto della prevalenza del fattore di rischio, calcolando la proporzione di rischio attribuibile.

Prendiamo un esempio ipotetico dell’incidenza del cancro ai polmoni in seguito all’esposizione alla polvere di amianto. Supponiamo che una coorte di 1000 uomini selezionati a caso sia seguita per un periodo di dieci anni e che l’incidenza del cancro ai polmoni sia registrata.

Esposizione a
polvere d’amianto
Cancro ai polmoni Totale
Affetti Non affetti
9 (a) 41 (b) 50
No 48 (c) 902 (d) 950
Totale 57 943 1000 (n)

Possiamo calcolare facilmente il rapporto di rischio (λ) per l’amianto come 3.563. Questo ci dice che c’è un rischio più alto del normale di cancro per le persone esposte alla polvere di amianto. Non ci dice quanto sia importante la polvere di amianto in relazione ad altri fattori di rischio come possibile causa di cancro nella popolazione in studio.

Per questo dobbiamo anche prendere in considerazione la probabilità di esposizione (pE) dei membri della popolazione alla polvere di amianto – in questo caso è abbastanza bassa a solo 0,05. Possiamo calcolare la proporzione di casi di cancro ai polmoni che sono attribuibili alla polvere di amianto calcolando la proporzione di rischio attribuibile. Sono disponibili due formule equivalenti per farlo. Si noti che sia il rischio relativo che la probabilità di esposizione al fattore di rischio sono usati nella prima equazione:

Algebricamente parlando –

Proporzione di rischio attribuibile (θ) = pE(λ – 1)
1 + pE(λ – 1)

dove:

  • λ è il rapporto di rischio
    = a/ (a+b)
    c/ (c+d)
  • pE è la probabilità di esposizione al fattore di rischio calcolato come (a+b)/N

Alternativamente –

Proporzione di rischio attribuibile (θ) = rO – rE
rO

dove:

  • rO è il rischio globale di malattia calcolato come (a+c)/N,
  • rE è il rischio nel gruppo non esposto calcolato come c/(c+d)

Utilizzando la prima di queste formule, abbiamo già calcolato il rapporto di rischio come 3.563, e la probabilità di esposizione all’amianto come 0,05. Questo dà una proporzione di rischio attribuibile di 0,1140. Usando la seconda formula, il rischio complessivo di malattia è 0,057 e il rischio nel gruppo non esposto è 0,0505. Questo dà di nuovo una proporzione di rischio attribuibile di 0,1140.

Si può concludere che l’11,40% dei casi di cancro ai polmoni può essere attribuibile all’esposizione all’amianto. Ammesso che la relazione sia davvero causale (vedi sotto), questa è la percentuale di cui il tasso di comparsa del cancro ai polmoni nella popolazione diminuirebbe se l’esposizione alla polvere di amianto potesse essere eliminata.

Punti importanti

Ci sono diversi punti importanti da tenere a mente quando si stima il rischio attribuibile:

  1. Il presupposto chiave per la stima della proporzione del rischio attribuibile è che sia stato preso un campione casuale per stimare la prevalenza del fattore di rischio nella popolazione in generale. Senza un tale campione, la proporzione di rischio attribuibile non può essere stimata – e le coorti sono molto raramente composte da un campione casuale! E’ comunque possibile utilizzare una stima della prevalenza del fattore di rischio da un altro studio come una precedente (o meglio, concomitante) indagine sulla popolazione che ha utilizzato un campionamento probabilistico.

  2. Il valore che abbiamo ottenuto per la proporzione di rischio attribuibile è solo una stima del valore della popolazione. Abbiamo bisogno di qualche indicazione su quanto precisa sia la stima che siamo riusciti ad ottenere. Per questo abbiamo bisogno di stimare il suo intervallo di confidenza che consideriamo nell’Unità 9.
  3. Purtroppo, per quanto grande o “significativa” sia una proporzione di rischio attribuibile, non significa che avete provato che il fattore di rischio causa necessariamente la malattia. È possibile che entrambi siano legati a un terzo fattore di confondimento che è in realtà ciò che causa la malattia.
  4. Un ultimo punto molto importante – le semplici formule che abbiamo dato qui non sono valide quando i rapporti di rischio sono aggiustati per i fattori di confondimento. In tale situazione si dovrebbe fare riferimento a Rockhill (1998) per la metodologia appropriata.

Altre definizioni di rischio attribuibile

Per complicare le cose, alcuni epidemiologi definiscono il rischio attribuibile (un sinonimo comunemente usato per proporzione di rischio attribuibile) in un modo diverso, cioè come la differenza tra il rischio nel gruppo esposto e il rischio nel gruppo non esposto. Tuttavia, questo è meglio definito come differenza di rischio:

Algebricamente parlando –

Differenza di rischio = rE – rU

dove:

  • rE è il rischio di malattia nel gruppo esposto calcolato come a/(a+b)
  • rU è il rischio nel gruppo non esposto calcolato come c/(c+d)

Nel nostro esempio la differenza di rischio (0.18-0.0505) è 0.1295.

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