Sarò la prima ad ammettere che sono una fan sfacciata di Les Mis. Ho sempre amato la storia, da quando ho visto una versione cinematografica o un’altra da bambina. Sono diventato un fan appassionato del musical a teatro quando ha aperto a Broadway nel 1987, quando avevo ancora buone intenzioni di entrare nel mondo dello spettacolo, mentre ero già sulla buona strada per diventare il nerd di storia e il fanatico della rivoluzione francese che sono oggi. (Ero quasi andata al casting aperto che tennero a New York per la parte di Eponine, ma no, non avevo davvero la voce giusta. Avrei potuto interpretare Cosette, ma quel ruolo era già stato assegnato…che peccato.)

Così alla fine sono diventata una scrittrice, e ho fatto una carriera, per così dire, della mia passione per la rivoluzione francese, e ho tranquillamente aspettato e desiderato che qualcuno, chiunque, facesse un grande, epico, esagerato film di quel grande, epico, esagerato musical teatrale.

Finalmente lo hanno fatto, e (grazie al cielo) lo hanno fatto bene. Sì, l’ho ADORATO, con alcuni cavilli minori.

E oggi, se leggo un’altra recensione o discussione online del nuovo film di Les Mis che afferma che la storia riguarda, o si svolge, o culmina nella “rivoluzione francese” – intendendo sempre quella del 1789 con le ghigliottine e tutto il resto, che Les Mis assolutamente non riguarda e non si svolge – penso che forse presidierò le barricate e inizierò a inveire.

Corso intensivo di storia francese per tutti i nuovi o potenziali fan di Les Mis!

No, Les Misérables non è una fiction storica sulla “rivoluzione francese”. Non quella grande, la grande rivoluzione, 1789-94, quella che tutti conoscono, con i parigini (non i “contadini”, per favore) che attaccano la Bastiglia; Maria Antonietta che si fa tagliare la testa; Madame Defarge che lavora a maglia alla ghigliottina; e Napoleone che in qualche modo prende il comando alla fine e ripulisce il casino.

Les Misérables è, tra molte altre cose, sull’eredità della rivoluzione francese.

L’insurrezione nella seconda metà di Les Mis non è una rivoluzione enorme, di dimensioni nazionali e sconvolgente come quella del 1789; è un’insurrezione parigina relativamente piccola, un paio di giorni di rivolte di strada e resistenza che ha avuto luogo nel giugno 1832 (Victor Hugo ne è stato testimone in prima persona), e che è stata rapidamente e sanguinosamente soppressa dalle truppe governative, proprio come avviene nel romanzo/musical/film. E se fate i vostri conti (1832 meno 1789), capirete presto che il culmine di Les Mis si svolge ben 43 anni dopo la grande rivoluzione, in un momento in cui la Rivoluzione con la R maiuscola è solo un lontano ricordo, nel bene e nel male, nelle menti di una generazione molto anziana, persone dai 50 anni in su… come i ricordi del 1968 (44 anni fa!) per gli americani di oggi. Ma per quei ribollenti studenti ventenni, idealisti e di sinistra di Les Mis, la Rivoluzione-con-una-R maiuscola del 1789 è un pezzo di storia glorioso, anche se fortemente imperfetto, a cui guardano indietro e sperano di poter far rivivere – senza che questa volta vada a male.

Hugo, naturalmente, stava scrivendo il suo romanzo storico per un pubblico francese negli anni 1860, che conosceva la loro storia recente e che avrebbe riconosciuto quasi tutto e tutti quelli che ha menzionato. Ma è tutto un po’ più oscuro 180 anni dopo il fatto e in un altro continente. Quindi, al fine di sapere cosa, storicamente, sta succedendo in, e – forse più importante – conduce a Les Mis, ecco una rapida e grossolanamente semplificata cronologia della storia francese dal 1789 alla metà del XIX secolo:

1789, da maggio a luglio: La rivoluzione francese, la grande révolution, inizia, con una ribellione politica e poi (simbolicamente) con la presa della Bastiglia. Durante l’anno successivo o due, il re Luigi XVI, ben intenzionato ma un po’ imbranato e cialtrone, accetta con riluttanza le riforme che vengono messe in atto e accetta di regnare come monarca costituzionale.

1792, agosto: Dopo tre anni di incompetenza regale, di esitazione regale, di battibecchi politici tra i progressisti e la linea dura dei conservatori monarchici, e di malcontento tra i poveri per come la Rivoluzione si è rivelata essere molto più sulla Libertà che sull’Uguaglianza, la Rivoluzione Francese raggiunge una fase più radicale. La monarchia costituzionale conservatrice viene rovesciata in una violenta rivolta e Luigi XVI e Maria Antonietta vengono imprigionati.

1792, settembre: La monarchia viene ufficialmente abolita e la Francia viene dichiarata una repubblica; la Convenzione Nazionale democraticamente eletta diventa l’organo di governo. Durante l’anno e mezzo successivo, sotto l’influenza di alcuni politici radicali, vengono promulgate o proposte varie leggi che tentano di diffondere un po’ la ricchezza e migliorare la vita dei lavoratori poveri.

1793, gennaio: Luigi XVI viene giustiziato, dopo essere stato processato (per tradimento contro la nazione) dalla Convenzione Nazionale.

1793, primavera: un piccolo organo esecutivo, il Comitato di Sicurezza Pubblica, viene formato per snellire il funzionamento goffo di un governo repubblicano inesperto che sta gestendo le cose per lo più per tentativi ed errori. Maximilien Robespierre si unisce al Comitato nel luglio 1793 e presto diventa il suo principale portavoce, anche se non il suo “leader” in alcun modo.

1793, autunno: Inizia il Terrore, in risposta alle pressioni interne ed esterne della guerra straniera e della guerra civile. (Non così tante persone furono ghigliottinate durante il Terrore come probabilmente pensate, dopo aver letto The Scarlet Pimpernel o A Tale of Two Cities-vedete il mio post precedente, “Propaganda, Clichés, and History.”)

1794, luglio: Il Comitato di Pubblica Sicurezza inizia a spaccarsi, i suoi membri si dividono lungo linee ideologiche e litigano violentemente. Robespierre e i suoi più stretti seguaci sono rovesciati, e rapidamente ghigliottinati, in quello che è essenzialmente un colpo di palazzo. Il Terrore finisce, soprattutto perché gli squallidi politici che hanno rovesciato Robespierre si rendono conto che sarebbe un’ottima idea fermare subito le sanguinose epurazioni politiche in modo da poter dare tutta la colpa a Robespierre, che ora è morto e non può confutare le accuse. Il Comitato di Sicurezza Pubblica e la Convenzione Nazionale continuano a governare per un altro anno.

1795, novembre: la Convenzione Nazionale e il Comitato di Sicurezza Pubblica si sciolgono e fanno posto a un nuovo organo di governo, molto meno radicale, il Direttorio. A questo punto molte delle leggi progressiste promulgate o proposte nel 1793 e 94 dai radicali rivoluzionari, destinate ad alleviare la povertà e ad aiutare le classi lavoratrici, sono già state, o saranno presto, abrogate dalla nuova classe dirigente cinica, avida e per lo più corrotta. (Questo comincia a suonare terribilmente familiare, vero?)

1796: E finalmente, qui, inizia la storia di Les Misérables – quando Jean Valjean, per sfamare i figli affamati di sua sorella, ruba un tozzo di pane e viene mandato in prigione. Hugo stava chiaramente sottolineando che, nonostante questo episodio abbia luogo subito dopo la Rivoluzione, i poveri erano miserabili come lo erano sempre stati e le leggi erano altrettanto brutali.

1795-99: Il Direttorio gestisce le cose mentre un discreto numero di opportunisti intelligenti e senza scrupoli diventano molto, molto ricchi, e i poveri rimangono molto, molto poveri. Alla fine, non è cambiato molto in dieci anni di scossoni, tranne che la classe dirigente è ora composta da ricchi borghesi profittatori e finanzieri invece della nobiltà ereditaria dal sangue blu del regime prerivoluzionario.

1799, novembre: Napoleone Bonaparte, la giovane superstar militare che ha appena sedato alcune rivolte minori a Parigi e conquistato l’Italia, decide che può gestire le cose meglio dei politici e che non ha più voglia di prendere i loro ordini. Un colpo di stato politico finisce con lui come “Primo Console” e capo del governo nuovamente ristrutturato.

1804: Napoleone, governando ancora con successo la Francia e conquistando pezzi di Europa, viene dichiarato imperatore dei francesi.

1804-1814: Anche se sembra che il sistema di governo torni verso una monarchia ereditaria, il governo imperiale di Napoleone è moderatamente progressista e si attiene a molte delle prime riforme di base e ai progressi della Rivoluzione. Sfortunatamente, decide che gli piacerebbe conquistare il resto dell’Europa, inclusa la Russia (idea molto, molto cattiva), e diffondere gli ideali rivoluzionari in giro.

1812: Napoleone cerca di occupare Mosca, viene sconfitto dall’inverno russo e torna in Francia con la coda tra le gambe.

1814: Sconfitta militare; i nemici alleati di Napoleone invadono la Francia e lo costringono ad abdicare; viene esiliato all’isola d’Elba. Il re “legittimo”, Luigi XVIII, fratello minore del ghigliottinato Luigi XVI, viene restaurato sul trono. (Che cosa è successo a No. XVII? E’ il figlio di XVI, il “Delfino perduto”, il ragazzino che non divenne mai re e che scomparve/mori’ intorno al 1795, in circostanze misteriose.)

1815: Jean Valjean viene rilasciato dalla prigione e alla fine strappa i suoi documenti per la libertà condizionata, scompare e inizia una nuova vita sotto un nuovo nome.

1815, giugno: Napoleone decide che ne ha abbastanza dell’Elba e la lascia alle spalle, tornando in Francia, raccogliendo sostenitori e truppe fedeli lungo la strada per Parigi (“i cento giorni”). Luigi XVIII si fa prendere dal panico e se ne va dalla città. Napoleone fa il suo ultimo tentativo di potere ma viene finalmente sconfitto nella battaglia di Waterloo (18 giugno). Luigi XVIII torna a Parigi e la linea reale è ufficialmente restaurata per sempre, anche se come una monarchia costituzionale limitata. Luigi XVIII è abbastanza intelligente da capire che cercare di tornare alla monarchia assoluta dell’epoca prerivoluzionaria del suo defunto fratello sarebbe una cattiva idea.

1815, giugno: (Backstory nel romanzo: ) Il padre di Marius, un generale bonapartista, viene ferito a Waterloo e viene poi “salvato” sul campo di battaglia da Thenardier. Marius, nato un paio d’anni prima, viene cresciuto dal nonno, che è un convinto monarchico. Cosette nasce intorno a questa data.

1821: Napoleone muore in esilio sulla remota isola di Sant’Elena.

1823: Valjean, ora un uomo d’affari di successo in una piccola città, cerca di salvare Fantine, si scontra con Javert, salva la piccola Cosette dai Thenardier, e fugge a Parigi.

1824: Luigi XVIII muore. Non ha un figlio, così la corona va a suo fratello minore, Carlo X. Sfortunatamente, Carlo X è un rigido reazionario incapace con una lettiera per gatti al posto del cervello, che pensa che tornare alla monarchia assoluta prerivoluzionaria sarebbe un’idea perfettamente buona.

1830, luglio: Dopo sei anni in cui Carlo si è dato da fare e ha fatto incazzare tutti cercando di cancellare 35 anni di (molto) modesto progresso sociale e politico per ripristinare il feudalesimo dell’ancien régime, il dominio arbitrario e il privilegio aristocratico, la Francia ne ha abbastanza. Dopo tre giorni di disordini parigini, presto noti come la “Rivoluzione di luglio”, Carlo X è costretto ad abdicare. Invece di dichiarare una repubblica, il governo provvisorio proclama il lontano e molto meno conservatore cugino di Carlo, Luigi Filippo della casa reale di Orléans, come re per volontà del popolo (piuttosto che per mero diritto di eredità).

1830, circa: Marius diventa un ardente bonapartista e di sinistra, litiga con il nonno monarchico, e va a mescolarsi con studenti e operai che la pensano come lui nei caffè radicali e operai.

1832: Nel giro di due anni, gli uomini di sinistra in Francia sono disillusi dal nuovo re, Luigi Filippo, e dal suo regime “liberale”, la Monarchia di Luglio, che non è così liberale come speravano. I radicali sognano una seconda repubblica mentre i bonapartisti sognano di restaurare l’Impero.

1832, giugno: Jean Maximilien Lamarque, popolare politico liberale ed ex generale napoleonico, muore durante un’epidemia di colera a Parigi. Il suo funerale di stato scatena sommosse e resistenza armata tra studenti e lavoratori disaffezionati, che sperano di ripetere il successo della Rivoluzione di Luglio e rovesciare Luigi Filippo, o almeno di avere il potere di chiedere ulteriori riforme sociali e legali nel sistema stabilito. (Il corteo funebre e l’inizio della rivolta, come mostrato nel film, sono presi direttamente dal romanzo ed è una rappresentazione abbastanza buona di ciò che è storicamente accaduto.)

5-6 giugno 1832: E siamo finalmente arrivati alle barricate di Les Misérables, 43 anni dopo la rivoluzione francese!

(Le rivoluzioni francesi non sono ancora finite dopo il 1832. Dopo 18 anni di Luigi Filippo, i parigini cacciano anche lui nella Rivoluzione del 1848 – che è in qualche modo prefigurata da quella gigantesca barricata piena di fantasmi canterini nel gran finale del film – e proclamano la Seconda Repubblica… che viene presto presa dal nipote di Napoleone, Luigi Napoleone, che diventa presidente della Repubblica. Poi decide che preferirebbe essere imperatore come suo zio e proclama il Secondo Impero. Il Secondo Impero dura quasi 20 anni, 1851-70, prima di crollare dopo la disastrosa guerra franco-prussiana. Viene proclamata una nuova repubblica. I parigini radicali prevedono il tipo di repubblica borghese cinica e conservatrice che è esistita prima, decidono che preferirebbero riportare gli ideali di sinistra della grande rivoluzione, e dichiarano Parigi in rivolta (la Comune di Parigi). Le truppe del governo alla fine sopprimono la ribellione nel maggio 1871 abbattendo circa 20.000 persone in una settimana, dieci volte di più di quante ne furono ghigliottinate a Parigi durante i 16 mesi del Terrore di 80 anni prima; e nasce la Terza Repubblica, che va avanti cigolando fino a quando Hitler invade la Francia nel 1940. Whew.)

Postscript: Allora, cos’è quell’elefante nel film?

Beh, un punto a favore della fedeltà alla fonte letteraria (e storica). L’elefante è realmente esistito. L’elefante originale era un impressionante 40 piedi di altezza, un po’ più grande anche della versione che hanno costruito per il film, e fu eretto nel 1812-13 per commemorare le vittorie militari di Napoleone – riferendosi ovviamente alla sua prima grande vittoria, la spedizione egiziana del 1798. Dal 1813 al 1846, si trovava al centro di Place de la Bastille (dove ora si trova la Colonna di Luglio, che commemora la Rivoluzione di Luglio, su quello che originariamente era il piedistallo dell’elefante). Anche se l’elefante finale doveva essere una gigantesca statua di bronzo, solo un modello di gesso e legno a grandezza naturale fu costruito prima che Napoleone andasse in esilio. Si deteriorò gravemente nei tre decenni successivi, diventando alla fine un pugno di mosche decrepite, fatiscenti e infestate dai ratti. Hugo ci ha scritto un intero capitolo in Les Mis, come simbolo della decadenza morale della Francia post-napoleonica, e ci ha fatto dormire dentro il piccolo Gavroche, il senzatetto di strada.

E infine, la frase “les misérables”, che ha tutta una serie di significati sottilmente sfumati in francese, è molto meglio tradotta in inglese come “i diseredati” o anche come “i forestieri” – che può descrivere ogni personaggio principale del romanzo in un modo o nell’altro – che semplicemente come “i miserabili” / “i miserabili.”

Vedete il film!

E poi andate a fare una donazione al vostro gruppo per i diritti umani preferito o al vostro rifugio per senzatetto, perché questa storia non è affatto finita.

Susanne Alleyn, 7 gennaio 2013. Cross post dal suo blog.

Il romanzo più recente di Alleyn è Palace of Justice (St. Martin’s, 2010), un mistero di Aristide Ravel ambientato a Parigi nel 1793, durante la rivoluzione francese con la R maiuscola. È anche autrice di Medieval Underpants and Other Blunders: A Writer’s (and Editor’s) Guide to Keeping Historical Fiction Free of Common Anachronisms, Errors, and Myths (2012), e sta fortemente considerando di pubblicare un’edizione commentata di Les Misérables nel suo tempo libero.

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