Educazione formale

Il padre di Washington ricevette la sua educazione alla Appleby School in Inghilterra e, fedele alla sua alma mater, mandò i suoi due figli maggiori alla stessa scuola. La sua morte, quando George aveva undici anni, impedì a questo figlio di avere lo stesso vantaggio, e l’educazione che ebbe fu ottenuta in Virginia. Il suo vecchio amico, e più tardi nemico, il reverendo Jonathan Boucher, disse che “George, come la maggior parte della gente del posto a quel tempo, non aveva altra istruzione che leggere, scrivere e far di conto, cosa che gli fu insegnata da un servo galeotto che suo padre comprò come maestro di scuola”; ma Boucher riuscì a includere così tante imprecisioni nel suo resoconto di Washington, che anche se questa affermazione non fosse certamente non veritiera sotto diversi aspetti, potrebbe essere liquidata come priva di valore.

Nato a Wakefield, nella parrocchia di Washington, Westmoreland, che era stata la casa dei Washington fin dal loro primo arrivo in Virginia, George era troppo giovane, mentre la famiglia continuava a vivere lì, per frequentare la scuola che era stata fondata in quella parrocchia grazie al dono di quattrocentoquaranta acri da parte di qualche antico patrono del sapere. Quando il ragazzo aveva circa tre anni, la famiglia si trasferì a “Washington”, come veniva chiamato Mount Vernon prima che fosse rinominato, e vi dimorò dal 1735 al 1739, quando, a causa dell’incendio della casa, un altro trasferimento fu fatto in una tenuta sul Rappahannock, quasi di fronte a Fredericksburg.

Qui è stata ricevuta la prima educazione di George, perché in un vecchio volume dei Sermoni del Vescovo di Exeter c’è scritto il suo nome, e su un volantino una nota scritta a mano da un parente che ha ereditato la biblioteca afferma che questo “autografo del nome di George Washington è ritenuto il primo esemplare della sua scrittura, quando probabilmente non aveva più di otto o nove anni”. Durante questo periodo, inoltre, entrò in suo possesso il “Young Man’s Companion”, un vademecum inglese di enorme popolarità, scritto “in uno stile semplice e facile”, afferma il titolo, “che un giovane può raggiungere lo stesso, senza un tutore”. Sarebbe più facile dire ciò che questo piccolo libro non ha insegnato che catalogare ciò che ha fatto. Come leggere, scrivere e disegnare non è che l’introduzione alla parte più grande dell’opera, che insegnava a scrivere lettere, testamenti, atti e tutte le forme legali, a misurare, rilevare e navigare, a costruire case, a fare inchiostro e sidro, a piantare e innestare, come indirizzare lettere a persone di qualità, come medicare i malati e, infine, come comportarsi in compagnia. Esistono ancora le prove di quanto attentamente Washington abbia studiato questo libro, sotto forma di quaderni, in cui sono trascritti problema dopo problema e regola dopo regola, per non escludere le famose Regole di civiltà, che i biografi di Washington hanno affermato essere state scritte dal ragazzo stesso. I compagni di scuola pensarono bene, dopo che Washington divenne famoso, di ricordare la sua “industria e assiduità a scuola come molto notevole”, e le copie certamente confermano l’affermazione, ma anche queste dimostrano che il ragazzo era umano quanto l’uomo, perché sparsi qua e là tra i logaritmi, i problemi geometrici e i moduli legali ci sono rozzi disegni di uccelli, facce e altri tipici tentativi da scolaretto.

Da questo libro, inoltre, vennero due qualità che gli rimasero attaccate per tutta la vita. La sua calligrafia, così facile, fluida e leggibile, fu modellata dal foglio “copia” inciso, e certe forme di ortografia furono acquisite qui che non furono mai corrette, sebbene non fossero l’uso comune del suo tempo. Fino alla fine della sua vita, Washington scrisse lie, lye; liar, lyar; ceiling, cieling; oil, oyl; e blue, blew, come nella sua infanzia aveva imparato a fare da questo libro. Anche nel suo testamento preparato con cura, “lye” era la forma in cui scriveva la parola. Bisogna riconoscere che, a parte questi errori che gli erano stati insegnati, per tutta la sua vita Washington fu un anticonformista per quanto riguarda l’inglese del re: lottando come ha fatto senza dubbio, l’istinto di ortografia corretta era assente, e così ogni tanto un lapsus verbale è apparso: stravaganza, lettely (per lately), glew, riffle (per rifle), latten (per latino), immagine, winder, rief (per rife), oppertunity, spirma citi, yellow oaker,?tali sono i tipi dei suoi lapsus in tarda età, mentre le sue prime lettere e i suoi diari sono molto più imprecisi. Bisogna tener presente, tuttavia, che di questi ultimi abbiamo solo gli abbozzi, che erano indubbiamente scritti senza cura, e le due lettere effettivamente inviate che sono ora note, e il testo delle sue indagini prima dei vent’anni, sono abbastanza ben scritte come le sue epistole successive.

Alla morte del padre, Washington andò a vivere con suo fratello Augustine, allo scopo, si presume, di approfittare di una buona scuola vicino a Wakefield, tenuta da un certo Williams; ma dopo un certo tempo tornò da sua madre, e frequentò la scuola tenuta dal Rev. James Marye, a Fredericksburg. E’ stato universalmente affermato dai suoi biografi che non studiò nessuna lingua straniera, ma la prova diretta del contrario esiste in una copia della traduzione latina di Omero di Patrick, stampata nel 1742, il cui foglio a vista reca, in una mano di scolaro, l’iscrizione:

“Hunc mihi quaeso (bone Vir) Libellum Redde, si forsan tenues repertum Ut Scias qui sum sine fraude Scriptum.

Est mihi nomen,
Georgio Washington,
George Washington,
Fredericksburg,
Virginia.”

È quindi evidente che il reverendo insegnante diede a Washington almeno i primi elementi di latino, ma è altrettanto chiaro che il ragazzo, come la maggior parte degli altri, lo dimenticò con la massima facilità appena cessò gli studi.

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