IMAX ha ancora più dei 64 altoparlanti di Walt e uno schermo a cinque piani che avvolge letteralmente il pubblico nell’esperienza. Il pubblico del 1968 andava al revival di “Fantasia” e si sedeva in prima fila (o addirittura si stendeva sul pavimento davanti allo schermo). Ora tutto il pubblico ha la stessa immersione totale, nelle immagini e nella musica della Chicago Symphony Orchestra, diretta da James Levine. Film come questo rinnovano la mia fede nel fatto che il futuro del cinema non sta nei compromessi della proiezione digitale, ma nel salto oltre i limiti del digitale nella prossima generazione di tecnologia cinematografica.
“Fantasia/2000” come film non è uguale all’originale “Fantasia”, forse perché punta un po’ più in basso, per un appello più ampio. Alcune delle animazioni sono potenti, incluso un segmento di chiusura con un tema di guarigione ecologica. Altre sezioni, tra cui l’astrazione iniziale di triangoli astratti che danzano sulla Quinta Sinfonia di Beethoven, sembrano un po’ pedestri. Esperimenti animati al computer come quelli mostrati nei video di “The Mind’s Eye” sono più audaci di qualsiasi cosa in “Fantasia/2000”. Eppure, per quello che è, “Fantasia/2000” è uno splendido intrattenimento, e il sistema IMAX è un co-protagonista impressionante. La mia sequenza preferita è quella di chiusura, in cui “Firebird Suite” di Stravinsky è illustrata da un paesaggio distrutto che lentamente si rinnova. Ho anche ammirato le storie ad incastro di New York dell’animatore Eric Goldberg che accompagnano la “Rhapsody in Blue” di Gershwin. Si dice che l’ispirazione artistica per questa sezione sia il grande caricaturista Al Hirschfeld, ma, curiosamente, ho pensato che lo stile dovesse più a Ludwig Bemelmans e ai suoi disegni di “Madeleine”. Certamente ha un aspetto diverso da qualsiasi cosa precedentemente firmata dagli studi Disney, che si è sempre specializzata nello stile “linea chiara”.
Una sezione adatta all’imponente schermo IMAX è “I pini di Roma” di Ottorino Respighi, illustrata da Hendel Butoy come una fantasia che coinvolge balene che giocano nel mare, nel cielo e alla fine anche nello spazio. Un’efficace sequenza le mostra muoversi attraverso vaste caverne di ghiaccio sottomarine; mi ha ricordato il film IMAX “Antarctica”, con le sue riprese di subacquei all’interno di caverne glaciali.
L’animazione di Butoy nel segmento dedicato al Concerto per pianoforte n. 2 di Shostakovich suona meravigliosamente come un film autonomo. Basato sulla favola di Hans Christian Andersen “The Steadfast Tin Soldier”, è una lotta a tre in cui un soldatino rotto con una sola gamba si innamora di una ballerina giocattolo e la protegge da un jack-in-the-box con disegni malvagi.