Affare della collana di diamanti, chiamato anche Affare della collana, scandalo alla corte di Luigi XVI nel 1785 che screditò la monarchia francese alla vigilia della rivoluzione francese. Iniziò come un intrigo da parte di un’avventuriera, la comtesse (contessa) de La Motte, per procurare, presumibilmente alla regina Maria Antonietta ma in realtà per se stessa e i suoi soci, una collana di diamanti del valore di 1.600.000 livres. La collana era di proprietà della ditta parigina di gioiellieri Boehmer e Bassenge, che aveva cercato senza successo di venderla, prima a Luigi XV come regalo per la sua amante Madame du Barry e poi a Luigi XVI per la regina.

Affare della collana di diamanti

Ricostruzione della collana che fu al centro dello scandalo noto come l’Affare della collana di diamanti (1785).

Jebulon

Il piano della contessa coinvolse il prestigioso cardinale de Rohan, vescovo di Strasburgo, che come ambasciatore francese a Vienna dal 1772 al 1774 aveva suscitato l’antipatia della madre della regina, l’imperatrice Maria Teresa, e che successivamente era incorso nell’ostilità della stessa Maria Antonietta; egli era ansioso di essere restituito al favore della corte francese.

La contessa de La Motte suggerì al cardinale che la regina desiderava acquistare la collana surrettiziamente e sarebbe stata disposta a una riconciliazione formale a corte se lui ne avesse facilitato l’acquisto negoziando con i gioiellieri. Dopo aver letto lettere contraffatte che si supponeva provenissero dalla regina e dopo un breve colloquio notturno nei giardini di Versailles con una prostituta travestita da regina, il cardinale stipulò un contratto con i gioiellieri per impegnare il suo credito a pagare la collana a rate. L’impostura venne alla luce, tuttavia, quando il cardinale non riuscì a raccogliere la prima rata per intero e i gioiellieri si rivolsero direttamente alla regina. Con la scoperta dell’impostura, si scoprì che la collana che il cardinale aveva supposto essere in possesso della regina era stata rotta e venduta a Londra.

Invece di nascondere l’intrigo, Luigi XVI fece arrestare il cardinale e imprigionarlo alla Bastiglia. Il cardinale fu processato, insieme ai suoi presunti complici, davanti al Parlamento di Parigi. Anche se alla fine fu assolto dall’accusa di aver acquisito fraudolentemente la collana (31 maggio 1786), fu privato di tutti i suoi uffici ed esiliato nell’abbazia di La Chaise-Dieu in Auvergne. La comtesse de La Motte fu condannata ad essere fustigata, marchiata a fuoco e imprigionata a vita nella prigione della Salpêtrière a Parigi. In seguito fuggì in Inghilterra e lì pubblicò scandalose Mémoires che diffamavano la regina.

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Anche se Maria Antonietta era incolpevole, lo scandalo confermò la convinzione dei contemporanei della sua lassità morale e frivolezza. L’arresto arbitrario del cardinale, la pressione esercitata sui suoi giudici e la sua disgrazia finale approfondirono l’impressione della debolezza del re e la natura autocratica del suo governo. L’incidente fu uno dei molti fattori che portarono alla dissoluzione dell’ancien régime e quindi alla Rivoluzione francese.

L’affare della collana di diamanti è stato raccontato nella letteratura e nel cinema.

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