In questa lista troverete dieci dei sonetti più popolari, che cambiano il genere, e memorabili scritti negli ultimi 400+ anni. Da William Shakespeare a Edna St. Vincent Millay, gli scrittori di questa lista affrontano la scrittura del sonetto in modi diversi, ma ugualmente importanti. Le loro opere variano per argomento, contesto, temi e intenti
Sonnetto 18: Shall I compare thee to a summer’s day? di William Shakespeare
Questo sonetto molto famoso ha uno dei versi più memorabili nel mondo della poesia in lingua inglese: “Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?” L’oratore spiega nei versi successivi che l’ascoltatore previsto è migliore persino delle parti migliori dell’estate. Sono “più belli e più temperati”.
La parte più importante della poesia arriva alla fine dove viene fatta una vera distinzione tra l’ascoltatore e un perfetto, caldo giorno di sole. L’estate è temporanea, non durerà. Ma, per fortuna dell’ascoltatore, la loro bellezza lo è.
What My Lips Have Kissed, and Where, and Why di Edna St. Vincent Millay
“What My Lips Have Kissed, and Where and Why” è una poesia raccontata dalla prospettiva di un’oratrice che non può ricordare gli amanti del suo passato, solo lo stato felice che deve aver abitato una volta. L’oratrice descrive “cosa” le sue labbra hanno baciato, “perché” hanno baciato, e “dove” hanno baciato. Ha perso alcuni dei suoi ricordi, o le sensazioni delle esperienze. Nel presente, è portata alla depressione. La poesia si conclude tristemente senza speranza per il futuro, dice che una volta ha conosciuto l’estate, ma che “in me [essa] non canta più”.
Sonnet 130: My mistress’ eyes are nothing like the sun di William Shakespeare
In questo sonetto molto popolare, l’oratore paragona la sua amante ad altre cose belle. I paragoni non procedono esattamente come un lettore potrebbe aspettarsi. L’ascoltatore non ha alcuna somiglianza con gli oggetti naturali che egli indica. Le sue labbra sono opache, il suo seno non è abbastanza bianco e cammina per terra. Il suo amore potrebbe non essere scandalosamente bello, ma questo non la rende meno importante o amabile per lui. Le persone non hanno bisogno di avere un alito profumato per meritare amore.
Sonnetto 1 di Sir Philip Sidney
Questo sonetto è uno dei 108 che sono inclusi in Astrophil and Stella di Sidney. Il sonetto 1 inizia la sequenza e rappresenta un oratore che desidera condividere il suo amore con la sua amata attraverso la scrittura. Egli non desidera altro che conquistare il cuore di Stella e pensa che se lei leggerà i suoi scritti, forse arriverà ad amarlo o almeno a compatirlo.
Leda e il cigno di William Butler Yeats
“Leda e il cigno” è una delle poesie più popolari di William Butler Yeats, basata sulla mitologia. Questa poesia è inclusa nella raccolta The Tower di Yeats, pubblicata nel 1928. Oggi è considerata una delle opere più importanti del XX secolo. Leda e il Cigno” prende il suo contesto da un mito greco in cui Leda, una principessa di Etolia, viene sedotta da Zeus, sotto forma di un cigno. È da questa unione che nasce l’intera razza di eroi ed eroine. Questi furono i fondatori di Atene e molti di loro appaiono negli scritti di Omero.
Sonetto sacro 10: La morte non sia orgogliosa di John Donne
Questa poesia è anche conosciuta come Sonetto sacro numero 10 è stata scritta nel 1633. È dedicato a una forma personificata di morte, un personaggio/tema familiare nell’opera di Donne e dei suoi contemporanei. In “La morte non sia orgogliosa”, l’oratore usa una metafora per descrivere come la morte sia impermanente. Piuttosto che essere qualcosa che si dovrebbe temere per tutta la vita, è in realtà un essere impotente che libera le anime umane piuttosto che distruggerle.
Sonnetto 19: Sulla sua cecità di John Milton
Questo sonetto è di gran lunga il più famoso di Milton. Fu scritto qualche tempo dopo che il poeta era diventato cieco e stava affrontando le implicazioni di questo nuovo handicap. Egli esprime nelle quattordici righe di questo sonetto la sua frustrazione per i cambiamenti nella sua vita e l’incertezza su come meglio servire Dio per il resto della sua vita. Milton si trova di fronte alla sfida di continuare le sue opere.
Sonnetto: To Time di Sylvia Plath
In “To Time”, una delle poesie più note della Plath, l’oratore discute l’andirivieni della morte “in una disinvolta macchina d’acciaio”. L’oratore descrive come gli esseri umani affrontano la morte e la sua inevitabilità. In particolare, come noi “disprezziamo il buio”. Negli ultimi sei versi della poesia, l’oratore brinda alle grandi epoche del passato che da tempo sono svanite nella morte. In conclusione, afferma che il tempo è “una grande macchina” che lavora, come una prigione, per “prosciugare… il latte delle stelle”.
Sonnetto 14: If Thou Must Love Me di Elizabeth Barrett Browning
“If Thou Must Love Me” segue lo schema di un tradizionale sonetto petrarchesco e dichiara le intenzioni dell’oratrice su come deve essere amata. L’oratrice dice che non desidera essere amata per nessun motivo se non per amore stesso. Non vuole che il suo amante la ami per il suo sorriso o per il modo in cui i loro pensieri sono simili, perché queste cose possono cambiare nel tempo. Preferisce non essere amata, piuttosto che perdere l’amore più tardi nella vita.
Ozymandias di Percy Bysshe Shelley
Questo memorabile poema descrive una statua rovinata di un re in un deserto vuoto. La statua ha un potente messaggio impresso su di essa che dice “Guardate le mie opere, voi Potenti, e disperate”. Nonostante questo messaggio, tutte le grandi città o i monumenti che il re ha costruito sono caduti. Tutto è in rovina. Il poema è stato pubblicato nel 1818 e pubblicato lo stesso anno su The Examiner di Londra. Oggi, è frequentemente antologizzato.